lunedì 12 settembre 2011

Gianluca Rampini, scrittore e ricercatore.

Gianluca Rampini è uno scrittore e ricercatore di Trieste che già dagli anni del Liceo si mostrava particolarmente affascinato dalle ricerche sui temi inerenti gli Ufo e sulla scienza che ne studia gli enigmi, ovvero l'Ufologia.

Una scienza interessante e certamente molto in voga, un argomento che ha sempre incuriosito e lasciato interessare, fatto discutere ed equivocare ma, allo stesso tempo, è stata anche un'attività che ha permesso all'autore di divenirne un esperto in materia.

Scrittore di diversi articoli inerenti il settore su riviste specializzate quali "Xtimes", "Fenix" e "Tracce d'eternità", Gianluca ha dimostrato spessore anche come scrittore attraverso poesie, racconti e anche la pubblicazione del romanzo "Le colpe del padre" (Giraldi Editore) di cui si è ampiamente parlato in altre occasioni.

In questa intervista, invece, chiacchieriamo con Gianluca per quel che sono le sue passioni al di fuori dell'arte letteraria in sé, cercando di stuzzicare la curiosità di chi ne leggerà le risposte e gli argomenti trattati.

Ciao Gianluca,
innanzitutto, va detto che sei un personaggio molto interessante, autore, ricercatore specializzato in scienze molto particolari e artista in genere che si districa in vari settori e generi.
Comincio col chiederti in cosa consiste la scienza che riguarda l'Ufologia, cosa studia in particolar modo?

RISPOSTA:
Innanzitutto dobbiamo valutare se definirla scienza è corretto. Per esser corretti secondo me va detto che può essere scientifico l’approccio alla materia ma la materia in sé non è una scienza in quanto tale. Ma ciò non è un demerito. Sono anni che molti ufologi, diciamo più tradizionalisti, cercano di essere “accettati dalla scienza ufficiale” ma a mio parere è uno sforzo che non serve a nulla, soprattutto se siamo consapevoli di quanta disonestà e malafede sia pervasa la comunità scientifica che è spesso cristallizzata in preconcetti che per loro natura non possono appartenere ad uno scienziato degno di tal nome. Faccio un esempio pratico. La maggior parte di fisici, astronomi ecc … pubblicamente, in privato è tutta un’altra storia, asseriscono con sicurezza imbarazzante che gli ufo non esistono perché la stella, e quindi il pianeta, più vicino sono troppo distanti per permettere ad un civiltà di svilupparsi e di venire fino a qui. Ma non c’è nulla di più falso, scientificamente e anche da un semplice punto di vista logico. Innanzitutto le nostre competenze scientifiche in tema di viaggi interplanetari sono nulle, non siamo mai andati oltre la luna (sempre ufficialmente). Non sappiamo nemmeno ancora di cosa è fatta tutta la materia o cosa produca la massa negli atomi, tanto per dirne alcune. Secondo è sufficiente che una civiltà extraterrestre, anche non particolarmente evoluta, sia partita con una nave tipo “colonia” in cui decine di generazioni potrebbero avvicendarsi in un viaggio lungo anche migliaia di anni, o qualche centinaio, se vanno abbastanza veloci. In questo lasso di tempo avrebbero anche il tempo di evolversi e migliorare ecc … Terzo punto, forse il più importante, milioni di persone in tutto il mondo, compresi scienziati, politici, militari, governi e quant’altro continuano ad avvistare con gli occhi e con gli strumenti oggetti non identificati. Poi spiegare cosa siano è un altro discorso ma di certo esistono. A proposito, uno di questi testimoni sono io, ciò che ho visto è totalmente inspiegabile secondo qualsiasi tecnologia umana, anche se pensiamo a progetti militari segreti.

In una precedente intervista, hai accennato brevemente ad una serie di curiosità riguardanti la vita extraterrestre e le possibili tracce che abbia potuto lasciare sulla nostra Terra, parlavi delle "piramidi", se non sbaglio. Puoi essere più preciso in questa occasione e raccontarci nel dettaglio cosa pensi delle famose teorie sulla piramide di Cheope?
RISPOSTA:
Anche qui va fatta una precisazione. Non ho mai detto, e nessuno può farlo, che queste anomalie archeologiche, alle quali poi torniamo, siamo riconducibili necessariamente ad un intervento extraterrestre. Certo è che in alcuni casi è successo qualcosa di strano che potrebbe ricondurre ad una civiltà del passato (per semplificare chiamiamola Atlandite) che ha sviluppato tecnologia ben più evolute di quelle attuali. Tornando alle Piramidi vanno dette altre cose oltre alla semplice impossibiltà di costruirle nei tempi descritti dall’egittologia ufficiale. Grazie al lavoro di Robert Bauvall sappiamo ora che le tre Piramidi di Ghiza rispecchiano le tre stelle della cintura di Orione per come si trovavano nel cielo più di 12000 anni fa. Su questo ci sono ormai pochi dubbi. A chi interessava la cinturia di Orione a quel tempo e chi era in grado di costruirla considerando che l’archeologia ufficiale ci dice che all’epoca eravamo ancora all’età della pietra? Questo “progetto architettonico” molto antico, inoltre si espande a tutto l’Egitto. Ci sono molti altri monumenti che sono posizionati rispetto alle tre piramidi come altre stelle sono posizionate rispetto alla cintura. Questo interesse per Orione è testimoniato anche da altri ritrovamenti come quello nella camera mortuaria dell’architetto Senmut, amante della regina Hatshepsut, in cui sono raffigutate le tre stelle della cintura, perfettamente allineate come le piramidi e la cui stella centrale è contornata tra tre linee concetriche a forma di goccia o di elisse schiacciata. Ancora nel deserto dell'Egitto meridionale, vicino al confine col Sudan, è stato trovato un antichissimo cerchio di piccoli monoliti che ritorna a raffigurare le tre stelle di orione ed i cui allineamenti astronomici riportano nuovamente ad un periodo storico in cui l’uomo avrebbe dovuto vivere nelle caverne.
Concludo tornando un attimo alla grande piramide per citare il così detto sarcofago all’interno della Camera del Re. Anche volendo tralasciare il suo ingestibile peso di svariate tonnellate è imporante ricordare come sia perfettamente intagliato e scavato tenendo presente che è fatto di un granito durissimo e che gli egiziani, ufficialmente, possedevano solo strumenti di rame.

Hai altri argomenti inerenti aneddoti o particolarità che riguardino altre parti di mondo che ti ispirano o, meglio, che ispirano la curiosità e gli studi dei ricercatori del settore?

RISPOSTA:
Vi porto alcuni esempi al di là delle Piramidi egiziane, rimanendo sempre nell’ambito dell’archeologia alternartiva: Le “linee di Nazca”: sono glifi e figure geometriche impresse nel terreno della piana di Nazca in Perù e sono talmente grandi da esser visibili solo dall’alto, da qualcuno che poteva volare. Considerato che risalgono a migliaia di anni fa, non siamo certi di quando, chi poteva volare all’epoca? Un altro esempio di anomalia sono le mappe geografiche di Piri Reis, un ammiraglio del 1500 che hanno la curiosa particolarità di mostrare l’Antartide libero dai ghiacci ed i cui profili costieri, valli e fiumi corrispondono esattamente a quanto ci mostrano solo oggi i satelliti che scrutano sotto più di mille metri di ghiaccio. Noi sappiamo che grazie alla deriva dei continenti, l’Antartide ed i cambiamenti climatici era un tempo, molto tempo fa (tra i 15000 e i 4000 a.C.), libero dai ghiacci ma nessuno all’epoca poteva disporre delle tecnologie cartografiche per mapparne il territorio in modo così preciso. Senza fare ipotesi pindariche sembra proprio che le abbia ricopiate da mappe più antiche, non sappiamo però mappe di chi. Infine, ma ci sarebbero decine di esempi, la nascita della civiltà sumera, circa 5000 a.C. La loro civiltà, ufficialmente la prima della nostra storia, è sorta dal nulla, senza nessuna transizione, perfettamente formata, con scrittura, leggi, astronomia (conoscevano tutti i pianeti del sistema solare etc …). Ufficialmente inspiegabile.
Cambiando genere forse non molti sanno che esistono reperti archeologici definiti impossibili, la cui sigla è Oopart (Out of place artifacts). Ad esempio è stato trovato un oggetto simile alla candela di un motore a scoppio all’interno di un geode vecchio più di 500.000 anni fa, oppure un sorta di martello all’interno di una roccia di un milione di anni, un’impronta umana fossile, non riconducibile a nessun primate, accanto a quella di un piccolo dinosauro, il che dimostra che risalgono allo stesso periodo antecedente alla fossilizzazione di quel terreno in origine sabbioso. L’elenco di questi ritrovamenti è veramente interminabile, ma la “scienza ufficiale” ha deciso di mantenere il silenzio su di essi perché contravvengono all’idea della storia che ci vogliono far credere essere vera.

Cosa mi racconti dell'isola di Pasqua. Un'isola molto interessante in cui ci sono "statue", chiamate Moai, considerate essere i "guardiani dell'isola", molto curiose e di cui si è spesso parlato per la particolarità di ciò che evocano.
RISPOSTA:
Innanzitutto i Moai guardano tutti verso il mare che è una cosa comunque interessante, come se fossero dedicati a qualcuno che se n’è andato e che dovrebbe tornare dal mare, attributo comune a molte divinità meso americane come Kukulcan o Quezacoatl, divinità dalla pelle bianca e con la barba giunta dal mare a portare civiltà e conoscenza. Quelli più grandi pesano fino a 80 tonnellate e nonostante quanto si dica sui libri di storia nessuna sa come li spostassero ed erigessero. Tanto per fare un esempio le più grandi gru sposta container arrivano a 40 tonnellate. Li c'erano solo corde e tronchi d’albero, così ci dicono. E’ interessante anche notare che i lineamenti dei Moai non sono quelli tipici delle popolazioni amerinde ma ricordano quasi tratti negroidi, come le teste dei Olmechi in Messico. L’isola di Pasqua in generale secondo me conserva ancora molti segreti, vi sono lunghissime gallerie naturali, si presume, che percorrono tutta l’isola ancora inesplorate. Chissà cosa ci potremo trovare.

Un'altra domanda che ti si può porre, riguarda certamente il famoso "triangolo delle Bermuda", cosa succede in quell'angolo di mondo? Cosa c'è di strano, di particolare, secondo te? A cosa portano le ricerche su di esso?
RISPOSTA:
Di cose strane in quella zona dell’Oceano Atlantico ne sono successe, sono in effetti spariti sia navi che aerei, militari e non. Però del fenomeno sempre ridimensionato, al momento non se ne sente più parlare. Difficile dire perché. In questo caso, come in molti altri concernenti i vari “misteri” sparsi nel mondo, l’incertezza delle informazioni che caratterizzava l’era pre-internet potrebbe aver alimentato il mito oltre la realtà dei fatti e ora che le informazioni circolano in tempo reale invece alcune leggende tendono a perdere di credibilità. Credo però che qualcosa di strano ci fosse, forse legato ad uno sconosciuto fenomeno fisico legato a qualche ciclo della Terra e che lo rende intermittente.

Inoltre, ti chiedo di arricchire questa nostra chiacchierata con un aneddoto tuo, particolare di cui ti farebbe piacere parlare.
RISPOSTA:
Ricordo che una sera di circa 17 anni fa un nutrito gruppo di amici e conoscenti mi chiese di tenere una piccola conferenza sugli ufo. Creai una videocassetta con i filmati migliori e poi mi misi a disposizione per le loro domande. Una di queste mi è rimasta impressa: una ragazza mi chiese “Ma come mai gli alieni sono verdi?”. Naturalmente sorridendo risposi che non era affatto vero che gli alieni sono verdi, almeno non tutti, e che quest’idea è solamente una leggenda metropolitana. Solo molti anni dopo assistetti ad una conferenza in cui un ricercatore, un biologo, ipotizzava che tipo di fisiologia potesse caratterizzare esseri provenienti da altri pianeti. Ebbene un sistema circolatorio basato sulla clorofilla, o sostanza paragonabile, fu l’ipotesi più credibile, secondo il relatore. Chissà alla fine forse gli alieni, o almeno alcuni di essi, sono verdi.

Infine, ti chiedo quali prospettive ci riserva il futuro in materia? A quali scoperte sta arrivando il genere umano su di una possibile vita extraterrestre?
RISPOSTA:
Purtroppo il genere umano non è tutto allo stesso livello, non tutti hanno gli stessi diritti di sapere come stanno le cose. Sono personalmente convinto, basandomi su fatti e documenti, che una certa parte di persone sa benissimo che esseri extra terrestri sono qui e cosa ci fanno qui. Ma custodiscono gelosamente questo segreto che però come tutti i segreti ha le sue falle. Esiste, ad esempio, un programma chiamato “Disclosure Project” che riunisce scienziati e militari, tutti di alto livello, che hanno deciso di farsi avanti e raccontare quello che sanno in proposito (consiglio a tutti di cercare su You Tube) che riassumendo è: gli alieni sono qui e i nostri governi lo sanno (quando si dice governi non si intende chiunque al governo ma sempre gruppi di potere con speciali livelli di segretezza). Anche trasferendoci però nel mondo delle notizie ufficiali è ormai risaputo, confermato dalla Nasa, che esiste acqua in forma liquida sia su Marte che sulla Luna quando per anni si è detto che non era possibile. L’acqua è uno degli elementi principali affinché si sviluppi la vita e visto che è così diffusa anche nel nostro sistema solare io credo che non ci metteremo molto a scoprire qualche forma di vita elementare magari su qualche luna di Giove, come Io od Europa. Per tutto il resto, per gli alieni evoluti, non speriamo che qualcuno ci dica qualcosa. E’ un argomento in cui dobbiamo arrangiarci e trovare gli indizi per conto nostro.

Grazie per la tua cortesia e complimenti per i tuoi affascinanti studi.

Intervista di Tiziana Iaccarino.

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